Oltre il dialogo tra le Corti
Costituzioni e trattati hanno agevolato la creazione di uno spazio culturale comune in cui le esigenze condivise dalle popolazioni, specialmente nel settore della tutela dei diritti umani, tendono ad ottenere risposte simili da parte dei legislatori e dei giudici. In particolare si è diffusa la convinzione che le corti costituzionali e quelle internazionali dialoghino fra loro al fine di sperimentare soluzioni comuni agli stessi problemi. Il libro vuole dimostrare che, mentre esiste un dialogo fra corti statali e corti di Lussemburgo, Strasburgo e la Corte interamericana dei diritti umani, altrettanto non si può affermare per i rapporti fra corti statali. Non solo. Intende anche far risaltare come sia infondata la convinzione che il dialogo sia dovunque accompagnato dal ricorso alla comparazione. In realtà, l'autore intende dimostrare come sia il cosiddetto dialogo sia il ricorso al diritto comparato rischiano di risolversi in due miti, risultando quindi l'approssimazione e l'infondatezza di alcune fra le tesi più diffuse della letteratura giuridica contemporanea.