Pio XI, Hitler e Mussolini
Pio XI muore il 10 febbraio 1939, subito dopo avere ultimato il discorso che avrebbe voluto tenere ai vescovi per il decennale dei Patti Lateranensi. Un testo durissimo contro il nazismo e il fascismo, scritto in solitudine. Un discorso che Mussolini temeva e che il pontefice non arriverà mai a pronunciare. È in questa immagine il senso del libro di Emma Fattorini, che attraverso un'ampia documentazione inedita dell'Archivio Segreto Vaticano contribuisce a riscrivere una pagina fondamentale della storia del Novecento. È un pontefice che rilegge gli anni Trenta come «conflitto di civiltà», maturando la convinzione che la crisi possa essere risolta solo tornando alle radici cristiane dell'Occidente. Ed è un papa che difende strenuamente gli ebrei, a differenza di altri esponenti anche di vertice della Chiesa, perché guarda alla convinzione teologica che cristiani ed ebrei nascano da un'origine comune. «Spiritualmente siamo tutti semiti». Cosí scriveva Pio XI negli ultimi anni della sua vita, mentre ripensava le scelte del mondo e si convinceva che il totalitarismo nazista e fascista potesse essere fermato dal Vaticano.
Emma Fattorini insegna Storia contemporanea all'Università di Roma «La Sapienza». Storica dei movimenti religiosi nell'età della secolarizzazione e della spiritualità tra XIX e XX secolo, scrive sulle pagine culturali dei principali quotidiani italiani. I suoi ultimi libri sono Germania e Santa Sede. Le nunziature di Pacelli tra la Grande Guerra e la Repubblica di Weimar (1992), I cattolici tedeschi (1997) e Il culto mariano tra Ottocento e Novecento. Simboli e devozioni (1999).