Breaking the Maya Code
I geroglifici che i Maya precolombiani hanno inciso su migliaia di stele, monumenti, ceramiche e altri oggetti hanno rappresentato un enigma per alcuni secoli. Si trattava di una forma di scrittura o piuttosto di arte decorativa? Ciò che essi racchiudevano erano parole o concetti spirituali? Studiosi e avventurieri, linguisti e millantatori hanno provato con ben magri risultati a rispondere a queste domande.
Sepolta nella giungla tropicale la voce dei Maya è rimasta muta fino a pochi anni fa. Poi una serie di imprevedibili coincidenze ha fatto sì che nella gelida San Pietroburgo un uomo, isolato dal consesso accademico internazionale, cominciasse a renderla di nuovo udibile.
“Una delle più grandi narrazioni sulle scoperte scientifiche del XX secolo, un libro che si legge come un romanzo”.
«New York Times»
Michael D. Coe è professore emerito di antropologia all'Università di Yale. Ha dedicato l'intera vita allo studio delle civiltà precolombiane, e dei Maya in particolare, ed è divenuto uno degli epigrafisti più noti. La sua produzione letteraria è assai corposa e varia da testi specialistici, impiegati tutt'oggi in ambito accademico, a libri rivolti a un pubblico più vasto. In italiano sono, tra gli altri, ddisponibili I Maya: storia e segreti di una civiltà scomparsa e Il Messico fino alla conquista spagnola.