La Rivolta dei migranti
Le violenze sui domestici asiatici nei ricchi paesi del Golfo, il traffico dei centroamericani al confine con gli Stati Uniti, lo sfruttamento dei sans papier in Francia, le aggressioni ai braccianti africani in Italia. Sono storie da cui emerge un’evidente contraddizione tra la necessità di lavoratori migranti nei paesi più ricchi e le condizioni di vita che vengono loro riservate.
Sebbene questi paesi siano molto diversi tra loro, c’è una logica comune a ispirare le politiche migratorie dei governi. Di fronte a una mobilità delle persone sempre più intensa, la scelta di militarizzare i confini e di restringere oltremisura gli ingressi legali finisce per favorire ovunque l’irregolarità e i pericoli del viaggio, le discriminazioni e gli abusi. Tutto ciò avviene spesso nell’impunità e nel silenzio, fino a che i migranti smettono di essere vittime passive e cominciano a rivendicare diritti e dignità.
La rivolta dei migranti racconta alcune di queste lotte con una prospettiva globale e mette in luce il protagonismo sociale degli stranieri, cercando di coglierne il potenziale conflittuale
all’interno dell’attuale divisione internazionale del lavoro.
Seppure in modo spontaneo e non coordinato, sembra configurarsi un movimento nuovo, un nodo essenziale della rete più ampia, di quella moltitudine di Indignati nata negli ultimi anni in risposta alle ingiustizie del sistema economico contemporaneo.