Categorie dell'impolitico

L'idea di impolitico non si afferma con il venir meno della partecipazione politica, con la crisi delle ideologie o simili. È al contrario l'inflazione della dimensione politica, che pervade capillarmente ogni ambito di riflessione e di esperienza, a imporre alla filosofia contemporanea una riflessione sull'impolitico inteso come "il politico guardato dal suo confine esterno". Questa, a grandi linee, la tesi centrale di questo libro di Roberto Esposito, dove si ricostruisce il percorso storico del concetto di impolitico all'interno della filosofia del Novecento.
Di contro a Carl Schmitt e a Romano Guardini, che tentano di ovviare alla inflazione del politico con categorie che sono ancora intra-politiche (ricorso all'esperienza antropologica della polarità amico - nemico; identificazione teologica del politico con il Bene), l'atto di nascita dell'impolitico può essere forse ravvisato nel pensiero di Hannah Arendt: non è vero che la politica è la continuazione dell'amicizia sotto altre forme; tra l'esperienza antropologica e quella politica non esiste, alla fine, comune misura. La politica nasce anzi là dove l'amicizia e il dialogo tra eguali si concludono per dar vita a uno stato giuridico che si rapporta agli uomini come a sudditi e soggetti.

 

 

Autore
Roberto Esposito
Anno di pubblicazione
1999
Traduzioni
Tradotto in:
inglese
Con il titolo:
Categories of the Impolitical
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