Bankrupting Nature
Ci è stato insegnato che dobbiamo consumare per crescere e che dobbiamo consumare senza rallentare. Ci siamo impegnati a fondo nel seguire questa indicazione, e continuiamo a farlo. Non possiamo permettercelo? Nessun problema: il sistema finanziario ci concederà prestiti facili per comprare case, automobili, lavatrici o qualsiasi altra cosa. Dopotutto, è solo quando consumiamo che gli indicatori della crescita puntano verso l’alto e il mondo è felice.
Ma la realtà è diversa. La pressione delle attività umane sul nostro pianeta ha raggiunto un’intensità tale da rendere possibili cambiamenti ambientali improvvisi e potenzialmente catastrofici. Per evitarli, Natura in bancarotta propone un nuovo approccio alla sostenibilità. Invece di concentrarsi su un unico aspetto, come di solito avviene, Johan Rockström e Anders Wijkman individuano i nove sistemi che consentono al nostro pianeta di funzionare e sostentarci, e per ognuno propongono un “confine” da non superare se non vogliamo innescare retroazioni pericolose. Purtroppo abbiamo già superato tre di questi confini, ed è quindi urgente una radicale trasformazione del sistema economico e produttivo.
Servono modelli di business alternativi e un’economia circolare basata su riuso, ricondizionamento e riciclo. In numerosi settori occorre passare dalla vendita di prodotti all’offerta di servizi. Ci sono molti modi per avviare la transizione globale verso la sostenibilità, ma queste azioni, da sole, non bastano. Nell’Antropocene, l’era nella quale gli esseri umani sono diventati la forza geologica più importante sulla Terra, dobbiamo adottare strategie di “custodia del pianeta” che si costruiscono tanto lasciando spazio alle iniziative “dal basso” quanto attraverso una efficace governance “dall’alto”. Una combinazione necessaria che è anche il solo possibile percorso verso il futuro.
- See more at: http://www.edizioniambiente.it/libri/1032/natura-in-bancarotta/#sthash.dHYq3tmJ.dpufCi è stato insegnato che dobbiamo consumare per crescere e che dobbiamo consumare senza rallentare. Ci siamo impegnati a fondo nel seguire questa indicazione, e continuiamo a farlo. Non possiamo permettercelo? Nessun problema: il sistema finanziario ci concederà prestiti facili per comprare case, automobili, lavatrici o qualsiasi altra cosa. Dopotutto, è solo quando consumiamo che gli indicatori della crescita puntano verso l’alto e il mondo è felice.
Ma la realtà è diversa. La pressione delle attività umane sul nostro pianeta ha raggiunto un’intensità tale da rendere possibili cambiamenti ambientali improvvisi e potenzialmente catastrofici. Per evitarli, Natura in bancarotta propone un nuovo approccio alla sostenibilità. Invece di concentrarsi su un unico aspetto, come di solito avviene, Johan Rockström e Anders Wijkman individuano i nove sistemi che consentono al nostro pianeta di funzionare e sostentarci, e per ognuno propongono un “confine” da non superare se non vogliamo innescare retroazioni pericolose. Purtroppo abbiamo già superato tre di questi confini, ed è quindi urgente una radicale trasformazione del sistema economico e produttivo.
Servono modelli di business alternativi e un’economia circolare basata su riuso, ricondizionamento e riciclo. In numerosi settori occorre passare dalla vendita di prodotti all’offerta di servizi. Ci sono molti modi per avviare la transizione globale verso la sostenibilità, ma queste azioni, da sole, non bastano. Nell’Antropocene, l’era nella quale gli esseri umani sono diventati la forza geologica più importante sulla Terra, dobbiamo adottare strategie di “custodia del pianeta” che si costruiscono tanto lasciando spazio alle iniziative “dal basso” quanto attraverso una efficace governance “dall’alto”. Una combinazione necessaria che è anche il solo possibile percorso verso il futuro.
- See more at: http://www.edizioniambiente.it/libri/1032/natura-in-bancarotta/#sthash.dHYq3tmJ.dpufCi è stato insegnato che dobbiamo consumare per crescere e che dobbiamo consumare senza rallentare. Ci siamo impegnati a fondo nel seguire questa indicazione, e continuiamo a farlo. Non possiamo permettercelo? Nessun problema: il sistema finanziario ci concederà prestiti facili per comprare case, automobili, lavatrici o qualsiasi altra cosa. Dopotutto, è solo quando consumiamo che gli indicatori della crescita puntano verso l’alto e il mondo è felice.
Ma la realtà è diversa. La pressione delle attività umane sul nostro pianeta ha raggiunto un’intensità tale da rendere possibili cambiamenti ambientali improvvisi e potenzialmente catastrofici. Per evitarli, Natura in bancarotta propone un nuovo approccio alla sostenibilità. Invece di concentrarsi su un unico aspetto, come di solito avviene, Johan Rockström e Anders Wijkman individuano i nove sistemi che consentono al nostro pianeta di funzionare e sostentarci, e per ognuno propongono un “confine” da non superare se non vogliamo innescare retroazioni pericolose. Purtroppo abbiamo già superato tre di questi confini, ed è quindi urgente una radicale trasformazione del sistema economico e produttivo.
Servono modelli di business alternativi e un’economia circolare basata su riuso, ricondizionamento e riciclo. In numerosi settori occorre passare dalla vendita di prodotti all’offerta di servizi. Ci sono molti modi per avviare la transizione globale verso la sostenibilità, ma queste azioni, da sole, non bastano. Nell’Antropocene, l’era nella quale gli esseri umani sono diventati la forza geologica più importante sulla Terra, dobbiamo adottare strategie di “custodia del pianeta” che si costruiscono tanto lasciando spazio alle iniziative “dal basso” quanto attraverso una efficace governance “dall’alto”. Una combinazione necessaria che è anche il solo possibile percorso verso il futuro.
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Ma la realtà è diversa. La pressione delle attività umane sul nostro pianeta ha raggiunto un’intensità tale da rendere possibili cambiamenti ambientali improvvisi e potenzialmente catastrofici. Per evitarli, Natura in bancarotta propone un nuovo approccio alla sostenibilità. Invece di concentrarsi su un unico aspetto, come di solito avviene, Johan Rockström e Anders Wijkman individuano i nove sistemi che consentono al nostro pianeta di funzionare e sostentarci, e per ognuno propongono un “confine” da non superare se non vogliamo innescare retroazioni pericolose. Purtroppo abbiamo già superato tre di questi confini, ed è quindi urgente una radicale trasformazione del sistema economico e produttivo.
Servono modelli di business alternativi e un’economia circolare basata su riuso, ricondizionamento e riciclo. In numerosi settori occorre passare dalla vendita di prodotti all’offerta di servizi. Ci sono molti modi per avviare la transizione globale verso la sostenibilità, ma queste azioni, da sole, non bastano. Nell’Antropocene, l’era nella quale gli esseri umani sono diventati la forza geologica più importante sulla Terra, dobbiamo adottare strategie di “custodia del pianeta” che si costruiscono tanto lasciando spazio alle iniziative “dal basso” quanto attraverso una efficace governance “dall’alto”. Una combinazione necessaria che è anche il solo possibile percorso verso il futuro.
- See more at: http://www.edizioniambiente.it/libri/1032/natura-in-bancarotta/#sthash.dHYq3tmJ.dpufThis powerful book shows us that we are in deep denial about the magnitude of the global environmental challenges and resource constraints facing the world. Despite growing scientific consensus on major environmental threats as well as resource depletion, societies are largely continuing with business as usual, at best attempting to tinker at the margins of the problems. The authors argue that regardless of whether governments respond to the economic crisis through additional stimulus packages or reduced government spending, environmental and resource constraints will remain. The crisis will be exacerbated by the combination of climate change, ecosystem decline and resource scarcity, in particular crude oil. The concept of Planetary Boundaries is introduced as a powerful explanation of the limits of the biosphere to sustain continued conventional growth.
The book breaks the long silence on population, criticizing donor countries for not doing enough to support the education of girls and reproductive health services. It is shown that an economy built on the continuous expansion of material consumption is not sustainable. De-growth, however, is no solution either. The growth dilemma can only be addressed through a transformation of the economic system. A strong plea is made for abandoning GDP growth as the key objective for development. The focus should instead be on a limited number of welfare indicators. The trickle-down concept is seriously questioned, to be replaced by one of sufficiency. Rich countries are called upon to hold back their material growth to leave room for a rising living standard among the poor. Alternative business models are presented, such as moving from products to services or towards a circular economy based on re-use, reconditioning and recylcing – all with the aim of facilitating sustainable development.